LA BEATA MARIA GABRIELLA DELL’UNITA’

beata

"La volontà di Dio, qualunque essa sia, questa è la mia gioia, la mia felicità, la mia pace!"

- Nata a Dorgali (NU) il 17.03.1914.

- A 18 anni entra tra i Giovani dell’Azione Cattolica.

- Nel 1935,  a 21 anni,  arriva alla Trappa di Grottaferrata.

- A gennaio del 1938 offre la sua vita per l’Unità dei Cristiani.

- Muore  il 23.04.1939, III domenica dopo Pasqua, del Buon Pastore, a 25 anni, come un’ostia vivente!

- Beatificata il 25 gennaio 1983  da Giov.Paolo II in S.Paolo a Roma, davanti ai Capi della Cristianità.

Mi è caro rilevare ed additare  in modo particolare ai GIOVANI, così appassionati di agonismo e di sport, che la Giovane Trappista, alla quale oggi tributiamo per la prima volta il titolo di Beata, seppe far proprie le esortazioni dell’Apostolo ai fedeli di Corinto  a “correre nello stadio per conquistare il premio”(I Cor.9,24), riuscendo nel giro di pochi anni a collezionare, nello stadio di santità, una seriedi primati da fare invidia ai più qualificati campioni. Essa infatti è storicamente la prima Beata che esce

  • dalle file della Gioventù Femminile di Azione Cattolica
  • la prima tra le giovani e i giovani della Sardegna
  • la prima tra le Monache e i Monaci Trappisti
  • la prima tra gli operatori a servizio dell’UNITA’.

Quattro primati mietuti nella palestra di quella “scuola del servizio divino”proposta dal grande Patriarca San Benedetto .

(dall’omelia del Papa Giovanni Paolo II nella Beatificazione di Suor M.Gabriella)

il 25 gennaio 1983, nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura, davanti ai vari Capi di Chiese Cristiane, al termine della Settimana di Preghiere per l’Unità dei Cristiani) .

DA DORGALI ALLA TRAPPA DI GROTTAFERRATA

Maria Sagheddu, quinta di otto figli, nacque a Dorgali (Nuoro), in Sardegna, il 17 marzo 1914 da Caterina Cucca e da Marcantonio Sagheddu, un pastore di  pecore per conto di un ricco proprietario.

Nell’adolescenza rivelava un carattere forte e battagliero. Rifiutava i ripetuti inviti a iscriversi all’Azione Cattolica, perché la riteneva troppo impegnativa per la sua santificazione;  ma, quando poi all’età di 18 anni finalmente accettò di farne parte, fino ai 21, si comportò con tanto impegno e fu così trasformata interiormente che avvertì nel cuore la “chiamata di Dio”  nientemeno che alla vita di clausura. Nel 1935,  indirizzata dal suo direttore spirituale, il viceparroco don Meloni,  entrò nella Trappa di Grottaferrata. beata

In breve si fa mite agnello pronto al sacrificio!

Trascorsi i sei mesi stabiliti, la Postulante Maria Sagheddu , accolta dalla Madre Badessa, varcò le soglie della clausura e diventò suor  Maria Gabriella! Scrisse alla Mamma:“Per il mio nome spero vi sia piaciuto! E’tanto bello il nome dell’Arcangelo Gabriele, che il Signore ha scelto per annunziare alla Madonna il grande Avvenimento”.

(nella foto:   la Beata da ragazza, in Sardegna.)

 

Il cuore di Suor M.Gabriella, pur chiusa nelle mura del monastero,  era aperto a tutti i problemi del mondo, sapendo abbracciare tutte le tragedie, le disperazioni, i pianti di questa travagliata umanità.

Nella sua semplicità e cultura elementare, nutrita della sapienza cristiana del Vangelo, raggiunse presto le vette più alte della santità, riducendo il suo carattere forte e indomito al dolce dominio della Grazia divina. Era consapevole che i mezzi più idonei e più potenti per risolvere i grandi problemi dell’umanità sono la preghiera e il sacrificio di sé!”.

Mortificare quel suo carattere iracondo era aspro. Un giorno bussò parecchie volte alla porta della Superiora e, non ottenendo risposta, diede un pugno violento e si ritirò alquanto contrariata. Ma la sua umiltà e la sua tenacia nel volersi assolutamente modificare l’aiutavano a poco a poco a trasformarsi, al punto di perdere definitivamente la sua durezza e ad acquisire una serenità tale che si esprimeva in un delicato e permanente sorriso, che rifletteva la luminosità interiore.

Suor M. Gabriella, ancora inconsapevole, stava diventando un mite agnello pronto al sacrificio!

Il mio Re d’amore mi farà regina!

Quando la Madre Badessa le annunziò la data della Professione religiosa –la domenica 31 ottobre 1937, festa di Cristo Re!-  la Novizia sentì un tonfo al cuore e con gioia esclamò:  “Come è buono il Signore Gesù! Che giorno felice questa data  per me! Il mio Re d’amore mi farà regina!”.

Dando la bella notizia alla Mamma, scrisse:  ”Il Re del cielo e della terra,il Dio dell’universo, vuol prendersi per sposa una miserabile ed indegna creatura come sono io. Sì, io povera creatura diventerò regina perché Lui così vuole. Non avrei potuto desiderare una festa più bella per la mia consacrazione al Signore”. (10.10.1937)

 

LA  SETTIMANA DI PREGHIERE PER L’UNITA’ DEL 1938

Proposta da don Couturier, di Lione, un grande apostolo per l’unità dei cristiani, per offrire preghiere e sacrifici per questa grande causa, la Badessa, Madre Pia Gullini, annunziò nel Capitolo la pratica di quella Settimana.

Don Couturier,  certamente ispirandosi alla Preghiera Sacerdotale di Gesù nel Cenacolo:  “Come Tu,  Padre,  sei in me ed io in Te,  siano anch’essi  in noi  una cosa sola,  perché  il  mondo creda  che Tu  mi  hai  mandato” (Gv.17.21) e all’assicurazione di Gesù: “Diventeranno un solo gregge ed un solo Pastore”(Gv 10,16),nel 1937 scrisse parole profetiche sotto forma di domanda: “Verrà il giorno in cui il Successore di Pietro, Vicario di Cristo, l’Arcivescovo di Canterbury, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, i Patriarchi e i Sinodi di tutte le Chiese autocefale dell’Ortodossia, i Sinodi protestanti e i Vescovi luterani dei Paesi nordici lanceranno alla folla dei rispettivi fedeli un commovente appello alla preghiera, indipendente e insieme convergente, per ottenere da Cristo la grande riunificazione di tutti i fedeli cristiani?”.

E poi precisava: “Questa preghiera di tutti sarebbe ad un tempo lo spettacolo più bello che la Cristianità frantumata potrebbe offrire al mondo. Sarebbe l’ alba dell’Unità cristiana  e, con essa,  delle possibilità  senza  limiti per l’evangelizzazione  delle  masse  pagane…... e per la pace del mondo”.

Quel lontano 1938 don Couturier non poteva neppur immaginare lo spettacolo di ASSISI del 27 ottobre 1986, quando,  per iniziativa  del  Papa Giovanni Paolo II,   vi convennero  da tutto il mondo i Capi  religiosi a pregare il DIO DELLA PACE…

 

VITTIMA PER L’UNITA’ DELLA CHIESA.

Per Suor M. Gabriella fu l’ultimo tocco della Grazia:  nella sua anima sentì chiarissimo che Gesù voleva il dono della sua giovane vita!  D’altronde il giorno della sua Professione aveva detto a Gesù: “Consumami come una piccola ostia di Amore per la gloria tua e per la salvezza delle anime!”.

La Maestra delle novizie, Madre Tecla, alla quale aveva confidato le sue intenzioni, così scrive:

“Era una causa che non poteva lasciarmi indifferente. Avevo passati 25 anni in missione. Avevo annoverato e annovero ancora, fra i nostri fratelli separati, tante persone che mi erano care. Non potevo desiderare di meglio che vederle nell’ovile dell’unico Pastore. L’esperienza mi aveva mostrato che il grande mezzo per ottenere questo era la PREGHIERA  e il SACRIFICIO.  Suor Gabriella voleva scegliere per sé il Sacrificio e a me lasciare la Preghiera . Potevo dire di no? Ebbi subito l’impressione che quel Sacrificio sarebbe stato accettato e che avrei perso una figlia di tante e così belle speranze. Ma la gloria di Dio mi spingeva e non tardai a darle il mio consenso”.

In ginocchio confidò alla Superiora, Madre Pia, di “avvertire” nel cuore l’invito di Gesù Buon Pastore ad offrirsi “vittima” per l’Unità della Chiesa e, col suo consenso, dopo quello del Cappellano, quale garante della Volontà divina, calma e serena pronunziò il suo “fiat”.

Il “segno” dell’accettazione divina fu immediato: quella sera stessa fu colpita  - lei, assai robusta di costituzione– dal male tremendo della tisi. Incominciò così il suo calvario, durato un anno e tre mesi.

Durante la malattia scrisse: “Questa malattia è la mia ricchezza, ma non la voglio spartire con nessuno”... “Adesso ho capito davvero che la gloria di Dio e l’essere vittima non consiste nel fare grandi cose, ma nel sacrificio totale del proprio io.  Preghi per me,  perché capisca sempre di più il gran dono della croce.” … “Forse il Signore mi prenderà come agnello di Pasqua”.

Con lettera dell’8 aprile 1939 Madre Pia preparava la Mamma di Suor M. Gabriella alla morte ormai imminente della Figlia. Tra l’altro scrisse: “Assomiglia tanto a S. Teresa del Bambin Gesù, con quei suoi occhi grandi che fanno pensare al Paradiso. E’ calma , serena, contenta!”.

Avvertendo che era prossima la consumazione del suo sacrificio, Suor M. Gabriella volle scrivere una lettera di addio alla cara Mamma, da spedire però solo dopo la morte:

“Carissima mamma, vi scrivo queste righe per mandarvi il mio ultimo pensiero e il mio ultimo saluto.   Il Divino Sposo ha rinnovato l’invito  e  il sospirato giorno si avvicina!     Non  vi  dico  ‘il giorno della morte’,  ma  “il giorno in cui, sciolti i legami di questa misera carne,   potrò finalmente passare da questa vita a quella felice e beata del cielo”.   La separazione dal corpo non è una morte  ma un passaggio alla vera vita!

Rallegratevi, o madre mia,  perché lassù non vi sarà più clausura ed io, sebbene non mi vedrete, potrò venire a visitarvi ed abbracciarvi tanto,  mentre sento sempre più crescere  il mio amore  per voi.  State tranquilla,  perché  di lassù  sarò molto più utile a voi  che non lo sia qui,  perché  di là vedrò tutti i vostri bisogni e potrò intercedere di più presso il Signore”.

 

La consumazione totale avvenne il 23 aprile 1939,  DOMENICA del BUON PASTORE.

Per un inspiegabile errore l’annunzio di morte fu dato nel Monastero col suono a festa della campana…, alla quale si unirono le campane dell’attigua chiesa di S. Giuseppe,  del S. Cuore e della Badia:  era l’ora del Vespro,  del passaggio lungo la notte  al nuovo giorno, all’altra  riva, l’ora in cui “lo Spirito e la Sposa dell’Agnello dicono: Vieni…Amen . Vieni,Signore Gesù”(Ap  22,17.20)

I pensieri riservati per la Mamma possiamo e dobbiamo allargarli  al problema del-l’unità ecumenica e,  oggi,  al bisogno delle vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa:

“ Lassù non vi sarà più clausura” - “Lassù  sarò molto più utile!” -

“…Di là potrò intercedere di più presso il Signore!”.

Il Signore stesso pensò a superare le barriere della clausura e subito fece splendere in tutta la sua luce il nome di SUOR MARIA GABRIELLA SAGHEDDU nel vasto campo cristiano, volendolo avviare verso l’Unità!

Gli occorreva una persona che scrivesse la biografia. Così, appena due mesi dopo la morte, “chiamò” alla consacrazione nel Monastero di Grottaferrata una scrittrice molto nota in Italia, Peppina Dore, che assunse il nome di Suor M. Giovanna. E già l’anno successivo (1940) fu pubblicata la prima biografia, presentata da Igino Giordani, altro grande scrittore e anima che viveva profondamente il mistero dell’Unità in Cristo Buon Pastore.

Lo stesso anno, 1940, altra biografia in Cecoslovacchia;  poi negli Stati Uniti d’America, in Francia, Belgio, Olanda, Spagna, Germania, Brasile.

Nel suo paese di nascita, Dorgali, nacque presto un Monastero benedettino di clausura,

“Mater Unitatis”.  Il Monastero trappista di Vitorchiano (Viterbo) - ivi trasferitosi da Grotta-ferrata nel 1957 -  divenne presto  un  “grande albero” i cui rami furono ben cinque nuovi

Monasteri:  a Valserena (Toscana), in Argentina, in Cile, nelle Filippine, in Indonesia;

ne sta nascendo un altro in Africa.

 

UN MONACO ANGLICANO ALLA MAMMA,  SUBITO DOPO LA MORTE

Da Nashdom (Inghilterra) Dom Benedetto Ley, maestro dei novizi di quell’Abbazia,  scrisse:  “Sono un prete anglicano, monaco di una comunità benedettina inglese.  Da quando conobbi l’offerta di Vostra Figlia per il ritorno dei Fratelli separati ho pregato per Voi. Spero che mi permettiate di dirvi che il sacrificio di Vostra Figlia mi spinge ad una  maggiore fedeltà verso Cristo e a una preghiera più intima per l’Unione di tutti i cristiani sotto il Papa. Forse Vi consolerà sapere che l’offerta di Vostra Figlia ha fatto del bene tra gli Anglicani, molti dei quali desiderano ardentemente una riunione ‘corporativa’  con Roma.

Pregherò tanto per Voi, Signora.  Vi affido alla ‘Madre dei dolori’ ;  Essa,  che stette ai piedi della Croce di Gesù, saprà sostenervi e consolarvi nella perdita che avete fatta.

Rimaniamo uniti nella preghiera.

Umilmente Vostro in Cristo.                                       Benedict Ley

 

PREGHIERA PER LA FAMIGLIA

Guarda con amore, o Dio, a Suor M. Gabriella, vittima che tu stesso hai preparato per l’Unità della Chiesa, e concedi,  per sua intercessione, che tutti i  coniugi, consacrati dallo Spirito Santo nell’unità dell’Amore con il Sacramento del Matrimonio, siano sempre un’offerta viva in Cristo, a lode della tua gloria e per la santità delle famiglie piccole chiese”.

Per Cristo nostro Signore. Amen

 

PREGHIERA PER L’UNITA’

O Dio, Pastore eterno, che hai suscitato nella Beata Maria Gabriella, vergine, il desiderio di offrire la propria vita per l’unità di tutti i cristiani, fa che, per sua intercessione, si affretti il giorno in cui, attorno alla mensa della Parola e del Pane, tutti i credenti ti lodino “con un cuore solo e un’anima sola”.

Per Cristo nostro Signore.    Amen.